Mutui bancari-STUDIO LEGALE ALTERIO & PARTNERS
Negli ultimi anni si è spesso parlato di possibili violazioni della legge, da parte di Istituti di Credito nella elargizione a favore dei propri clienti di mutui e più in generale di finanziamenti. Tra queste, una delle paventate violazioni che ha suscitato maggior eco, e allo stesso tempo confusione, è quella relativa al fenomeno dell’anatocismo. L’anatocismo è una pratica finanziaria che consente la capitalizzazione degli interessi affinché, questi ultimi, generino a loro volta nuovi introiti sempre sotto forma di interessi. Cerchiamo di capire quale sia il nocciolo della questione e soprattutto quando c’è effettivamente anatocismo e quando no. Incominciamo col sottolineare che questa problematica è rivolta esclusivamente ai mutui che prevedono per il piano di ammortamento la cosiddetta formula alla francese. In pratica la rata che il mutuatario deve restituire alla banca con cadenza nella maggior parte dei casi mensile, è composta da due componenti che, sommate, compongono l’importo. La prima componente è detta quota capitale ed ossia è, come si può facilmente intuire dal nome, una parte del capitale che la banca ha elargito. La seconda componente è la quota interessi ed è la parte degli interessi che il contraente deve pagare alla banca per aver ricevuto il finanziamento. Come detto, queste due componenti vengono sommate per stabilire l’importo della rata che, tecnicamente, nel caso dei mutui a tasso fisso, deve mantenersi costante per tutta la durata del piano di ammortamento. In realtà, nel caso del calcolo degli interessi alla francese avviene che, seguendo una legge matematica ben definita, le rate rimangono costanti mentre a variare sono le componenti. Nello specifico la quota capitale decresce con l’avanzamento delle rate, mentre la quota interessi effettua il cammino inverso ed ossia diminuisce. Ebbene, l’accusa che viene mossa al sistema alla francese, è quella di consentire automaticamente l’anatocismo in quanto la quota interessi viene calcolata seguendo il Tan da applicare alla parte restante del capitale da restituire. Secondo quanti accusano questo sistema, si crea una situazione per cui gli interessi da corrispondere siano calcolati non solo sul capitale ma anche su interessi nel frattempo maturati. Insomma, si generebbe una capitalizzazione di interessi non consentita dalla legge. Tuttavia, l’argomento è piuttosto complicato come del resto testimonia il fatto che ci sia confusione anche tra i tribunali che sono stati chiamati in ballo per giudicare il sistema alla francese.
In particolare nel 2008, il Tribunale di Bari con una storica sentenza (si veda il ns. articolo “Anatocismo sentenze“) ha indicato il sistema alla francese come non trasparente in quanto i contraenti vengono gravati di un tasso di interesse che risulta essere, nella realtà dei fatti, maggiore rispetto a quello concordato in sede di sottoscrizione con la banca. Secondo questa sentenza in pratica, ogni mutuo che prevede un sistema di calcoli degli interessi alla francese diventa automaticamente più costoso di quanto sarebbe dovuto essere. In ragione di ciò tutte la Banche dovrebbero risarcire i propri clienti della parte di interessi richiesta in maniera indebitata. Tuttavia, questa sentenza è risulta essere non conforme alla realtà, in quanto poi si è verificato che il sistema alla francese non per forza di cose genera anatocismo. Inoltre, è stato dimostrato da esperti della materia che l’anatocismo si verifica quanto il contraente si trova in una situazione di mora per via di ritardi nei confronti della scadenza dei pagamenti. Soltanto, in questo caso è possibile che si verifichi una capitalizzazione degli interessi e quindi si può procedere per vie legali e fare ricorso agli organi deputati per tale scopo. In conclusione, è bene ricordare che per evitare di poter essere interessati da tali problematiche, è quanto mai opportuno leggere attentamente il contratto di mutuo e prima di sottoscriverlo confrontarlo con offerte similari di altre banche.